Chi prepara un viaggio a Siracusa non può non pensare alla stagione di teatro classico ospitata dal teatro greco, ecco perché può essere una buona idea pensare e pianificare il proprio soggiorno tra i mesi di giugno-luglio.
Arrivando in auto da Catania non si può fare a meno di notare il Castello Eurialo , la più grande e completa opera militare che sia rimasta del periodo greco. Con una superficie di quasi 15.000 mq. costruito per rendere Siracusa inespugnabile ci si presenta nella sua maestosità pieno di larghi fossati, torri d’avvistamento, un ponte levatoio e trincee sotterranee.
Siamo ormai alla periferia e già si scorge la monumentale struttura di forma conica che domina, dall’alto dei suoi 74 metri, la città. È il Santuario della Madonna delle Lacrime, segno di profonda pietà e fede, eretto a ricordo del miracoloso evento che vide nel 1953, in un’umile abitazione nella non lontana via degli Orti, lacrimare una effige in gesso della Vergine Maria, posta al capezzale di due coniugi siracusani.
Per chi è in cerca di memorie e suggestioni archeologiche, non vi è che l’imbarazzo della scelta anche se la stanchezza del viaggio si fa sentire ci dirigiamo verso il Parco Archeologico che ospita la maggior parte dei monumenti classici della Siracusa greca e romana, oltrepassiamo la Basilica di S. Nicolò dei Cordari e ci troviamo davanti sulla sinistra il magnifico Anfiteatro Romano.
Proseguendo sulla destra se siamo fortunati e non ci sono rappresentazioni in corso entriamo all’interno dell’antico teatro e ci tornano subito in mente le tragedie greche di Euripe, Sofocle, Eschilo.
Le rappresentazioni in questo teatro risultano incredibilmente suggestive e ci permettono di rivivere questi antichi capolavori della letteratura.
Percorrendo i graziosi sentieri che circondano l’intero parco raggiungiamo le Latomie luogo ameno e suggestivo, fu in origine una immensa cava di pietra per lo più coperta e sotterranea. Secondo il racconto degli antichi storici le latomie furono usate anche come luogo di contenzione. La più interessante è la “Latomia del Paradiso”, attraverso cui si giunge alla più famosa delle grotte di questo parco: quella detta Orecchio di Dionigi. Entriamo esterrefatti dentro questa grotta a forma di orecchio e tra il buio e l’eco ci immedesimiamo in quei prigionieri politici che il tiranno Dionigi rinchiudeva per ascoltare i loro discorsi da una cavità posta nella parte superiore della grotta, sfruttandone, così, le notevoli capacità acustiche.
Uscendo proprio ai limiti orientali del Parco Archeologico all’incrocio tra viale Teracati e via Romagnoli guardiamo direttamente dall’esterno la Necropoli Grotticelle, con le sue numerose tombe scavate nella roccia, tra cui quella detta “Tomba di Archimede”.
Ormai la giornata volge al termine e per rinfrancarci ci dirigiamo verso l’isola di Ortigia cuore fisico e spirituale di Siracusa.
Dopo la visita della zona archeologica, proseguiamo il nostro itinerario visitando le Catacombe di San Giovanni: questa necropoli cristiana sotterranea si sviluppa attorno alla tomba di San Marciano, primo vescovo della città, martirizzato nel III secolo, un’esperienza di grandissimo interesse e di intensa suggestione. La visita alle Catacombe è fondamentale se si vuole comprendere quanto complessa, storicamente significativa e ricca di esperienze fu anche la realtà di Siracusa in epoca romana, sia nella prima età imperiale che nel successivo tardo impero.
Se soffrite di claustrofobia evitate assolutamente questo luogo, percorrete moltissime gallerie con migliaia di loculi, che si diramano da una più grande galleria detta il decumanus maximus . Innumerevoli sono i loculi piccoli e grandi sparsi dappertutto da vedere comunque nel corridoio principale, l’arcosolio della vergine Deodata con l’affresco di Cristo, della Vergine e dei Santi Pietro e Paolo.
Tra piazza della Vittoria e viale Teocrito si trova il Santuario della Madonna delle Lacrime. L’opera, progettata dagli architetti M. Andrault e P. Pamt, è stata realizzata in circa 30 anni ed è costituita dalla cripta e dal tempio superiore, con un corpo conico formato da 22 arditi costoloni in cemento armato che raggiungono un’altezza complessiva di m 75, sormontati da un coronamento in acciaio di 20 metri di altezza, che porta una statua della Madonna in bronzo dorato, opera di F. Caldarella, circondata da una aureola ad elementi circolari e raggiera.
Il Santuario è un edificio straordinariamente vasto ed imponente nella sua massiccia struttura di cemento armato. La superficie totale è di mq. 4.700, con una capienza di circa 11.000 persone. La costruzione a pianta circolare con ben 18 ingressi , dal diametro esterno di 80 metri, accoglie la chiesa inferiore o Cripta , inaugurata nell’agosto del 1968, e la chiesa superiore o Santuario.
All’interno della Cripta, al centro, è situato l’altare maggiore, su cui impera il quadretto della Madonnina. Nel Santuario è custodito il Reliquiario, in cui sono conservati alcuni preziosi ricordi del prodigio della Lacrimazione tra cui custodita da quattro angeli l’urna di vetro che regge una delle fialette che servirono per l’analisi microscopica. In essa si conservano, ormai cristallizzate, le lacrime.
Per rilassarci e fare shopping ci dirigiamo verso L’isola di Ortigia che ci accoglie attraverso la piazza Archimede.
Al centro della piazza spicca la bella fontana di Diana dello scultore piceno Giulio Moschetti del 1906 che narra la leggenda di Aretusa. La ninfa è raffigurata nell’atto di fuggire da Alfeo che, con le braccia protese, cerca di afferrarla. Diana, ieraticamente al centro del gruppo, fa scudo alla giovinetta. I palazzi che vi si affacciano riassumono tutta la storia dell’isola, dal Medioevo ai nostri giorni.
I localini si alternano a enoteche e qui il vino e’ veramente buono, non ci dimentichiamo che siamo nella zona d’Avola. La piazza del Duomo, situata nella parte più elevata dell’isola, dove un tempo sorgeva l’antica acropoli della città greca, è circondata da palazzi barocchi, tra cui il Palazzo Beneventano, Palazzo Bellomo e il Palazzo Arcivescovile, e dalla Chiesa di Santa Lucia alla Badia, consacrata alla santa protettrice della città, che venne martirizzata a Siracusa durante il regno dell’imperatore romano Diocleziano.
Il Duomo del VII secolo ingloba nella sua struttura le colonne di un tempio greco dedicato ad Atena. Danneggiato da diversi terremoti abbastanza frequenti, presenta una architettura composita e le torri sul lato sinistro dell’edificio testimoniano il suo utilizzo come moschea durante il periodo arabo.
Non lontano da lì la Fonte Aretusa, una sorgente naturale che sgorga a pochi metri dal mare; secondo la leggenda, la ninfa Aretusa venne trasformata in fonte da Artemide per sfuggire alle attenzioni del dio fluviale Alfeo.
Volgendo le spalle alla mitica fonte Aretusa, possiamo scorgere la possente mole del Castello Maniace, sulla punta estrema dell’isola un magnifico esempio dell’architettura militare di Federico II.
L’edificio con pianta rigorosamente quadrata e torri circolari è fra i più importanti monumenti del periodo svevo e certamente quello che ancor oggi vede formulate il maggior numero di congetture.